
Cos’è la pestèda e come si usa in cucina?
Scopri tutti i segreti di un prodotto valtellinese unico non tipico
La pestèda è la regina dei condimenti valtellinesi e non vi è alcun dubbio sulla sua provenienza
La storia della pestèda grosina
Nel paese di Grosio ha origine il prezioso insaporitore, che appartiene alla storia gastronomica grosina fin dal XVII secolo, periodo in cui il comune aveva rapporti stretti con la Repubblica di Venezia.
La leggenda vuole che ai tempi della Serenissima, alcuni artigiani grosini operanti a Venezia vennero premiati dal doge, per i loro eccellenti servigi, con una nave carica di donne armene (per ripopolare il loro paese natio sconvolto e decimato dalla peste) e di spezie tra cui il pepe (uno degli ingredienti base del condimento).
Tutti i profumi della montagna in un vasetto
Si racconta sottovoce, tra gli stretti vicoli in pietra del paesino, che questo mix aromatico abbia una ricetta segreta, tramandata di generazione in generazione, con un tocco personale che varia da un nucleo familiare ad un altro.
Quel che è certo è che tra gli ingredienti principali spiccano due erbe aromatiche d’eccezione: il peverèl (timo serpillo) e la gerupìna (achillea muscata), preziose piante tipiche del territorio alpino circostante al paese che da secoli vengono raccolte a mano in alta montagna.
La pestèda (dal vocabolario etimologico grosino letteralmente “pestata, picchiata”) è un battuto dall’aroma intenso e altamente profumato, nato originariamente per insaporire i piatti della cucina storica locale. Da il meglio di sè sui pizzoccheri e sa creare anche un abbinamento azzeccato con carni e verdure cotte. Oggi persiste nei menù della tradizione come testamento di antichi sapere culinari, che vanno protetti in quanto componenti del patrimonio locale.

Oltre alla pestèda nei nostri pizzoccheri mettiamo un ingrediente segreto: il formaggio semigrasso d’alpeggio
Perchè è importante tutelare i prodotti territoriali
Così come è importante tutelare i beni architettonici e storici, come la Villa Visconti Venosta e il Castello medievale, i beni ambientali e paesaggistici, come la splendida Val Grosina, e quelli culturali come il dialetto, è altrettanto fondamentale custodire le ricette e gli ingredienti dell’enogastronomia locale, prodotti secondo i dettami della tradizione.
La pestèda quindi in questo senso non si ferma a essere unicamente un alimento, ma un emblema di genuinità e di ritorno alle origini.
Lo scambio inter e intra generazionale deve necessariamente essere volto alla perpetuazione dell’intero patrimonio locale che comprende tutti gli aspetti della vita.
Perchè è proprio in questi piccoli paesi che risiede il vero senso dell’identità locale e dell’appartenenza alla comunità. Ciò avviene grazie alla forza e alla potenza delle tradizioni che vengono portate avanti e non dimenticate, prese come esempio e non come imposizione, tutelate con rispetto e non date per scontate.
L’essenza aromatica della pestèda si ottiene con ingredienti naturali e metodi di lavorazione artigianali, che Butèga Valtellina seleziona attentamente tra i piccoli produttori locali, virtuosi custodi del passato.
Scopri un profumo autentico che ti riporta in montagna e ti fa assaporare il gusto della tradizione.